Napoli e il suo mare: un binomio inscindibile, spesso evocato – persino nelle canzoni classiche napoletane – ma troppo poco curato. Eppure il litorale partenopeo è più di una semplice cornice turistica: è un patrimonio ambientale, identitario e strategico per l’economia cittadina. Con il lancio di “ASIA SEA”, il nuovo servizio di pulizia degli arenili gestito da ASIA Napoli, si prova finalmente a colmare un vuoto cronico nella gestione costiera, facendo un deciso passo avanti in termini di decoro, sostenibilità e pianificazione urbana.
Il progetto nasce da un’urgenza concreta, il Comune di Napoli, ha ottenuto l’affidamento temporaneo degli arenili pubblici ed ha dato incarica all’ASIA – l’azienda municipale che da 25 anni è responsabile della gestione dei rifiuti urbani – di strutturare un servizio dedicato alle spiagge. E qui sta il primo salto di qualità: ASIA non si è limitata ad “adattare” le proprie competenze, ma ha progettato un’unità operativa autonoma, attrezzata con mezzi elettrici a basso impatto ambientale, squadre dedicate e un piano d’azione stagionale studiato a tavolino.
La nascita di ASIA SEA è stata ufficializzata il 15 luglio, in una conferenza stampa alla Rotonda Diaz (meglio conosciuta come “mappatella beach”), simbolicamente scelta come punto di partenza del servizio. Il 21 luglio, poi, via agli interventi concreti.
Uno dei tratti distintivi del progetto è la totale riconversione energetica dei mezzi impiegati. Quattro veicoli elettrici a pianale e una vettura di controllo saranno operativi durante la stagione estiva, mentre in inverno si scenderà a due mezzi e un’unità di supervisione. Il motivo? Ridurre al minimo l’impatto ambientale delle operazioni di pulizia, evitando qualsiasi dispersione di oli, combustibili o residui industriali nelle zone costiere.
Anche se si tratta di tecnologia: è la logica operativa ad essere innovativa. L’intervento è quotidiano da luglio a ottobre, poi diventa trisettimanale in bassa stagione (salvo eccezioni per tratti ad alta frequentazione come la Rotonda Diaz o via Nazario Sauro, dove si continuerà a operare sei giorni su sette).
Il piano copre 15 tratti di costa, scelti secondo criteri di fruibilità, densità di accesso e criticità logistiche. Parliamo di aree simboliche come Bagnoli, Marechiaro, la Gaiola, Riva Fiorita, la Spiaggia delle Monache, Palazzo Donn’Anna, ma anche zone spesso dimenticate come Pietrarsa o vico Marina a San Giovanni a Teduccio.
Non è solo un intervento estivo, insomma. È una mappatura sistemica, che tiene conto delle dinamiche stagionali ma mira a garantire una continuità di servizio in chiave urbana, ambientale e turistica.
ASIA SEA non si limita a rimuovere rifiuti o a svuotare i cestini. Il servizio comprende:
- igienizzazione delle superfici pavimentate adiacenti agli arenili,
- manutenzione del verde costiero,
- supporto alle imbarcazioni spazzamare (ogni martedì e sabato da ottobre),
- interventi straordinari su chiamata.
Un dettaglio da non sottovalutare è la composizione delle squadre operative: otto operatori ecologici e un caposquadra in estate, che diventano quattro operatori ed un caposquadra in inverno. Una struttura agile ma specializzata, calibrata per rispondere con efficienza a un territorio complesso.
Ciò che colpisce è la coerenza del progetto con una visione urbana più ampia. Il sindaco Manfredi ha parlato esplicitamente di “Napoli europea”, sottolineando la necessità di garantire qualità, accessibilità e sicurezza anche nelle aree balneari pubbliche. Parole condivise dagli assessori Santagada e Cosenza, che hanno evidenziato l’importanza di un presidio costante, tanto nei luoghi iconici quanto nelle periferie.
Ma le parole contano solo se seguite da azioni. Ed in questo caso, l’azione c’è. ASIA SEA rappresenta un modello virtuoso di integrazione verticale tra ambiente, servizi urbani e strategia turistica.
Potrà essere un esempio per le città costiere italiane? Beh, la domanda è legittima: possono altre città replicare l’esperienza napoletana? Certamente sì, a patto che si comprenda un concetto chiave: la gestione degli arenili non è un tema stagionale o folkloristico. È un elemento strutturale della qualità urbana, e come tale va pianificato, attuato e monitorato in modo rigoroso.
Napoli, in questo senso, fa da apripista. Dopo decenni di retorica sulla “valorizzazione del mare”, arriva finalmente un progetto operativo, tecnicamente solido e politicamente sostenuto.
Personalmente, non siamo mai stati entusiasti delle operazioni spot. Ma ASIA SEA mi sembra diversa: è il tentativo concreto di costruire un presidio urbano permanente sul fronte mare, con strumenti adatti e con un impianto organizzativo che tiene conto delle specificità del territorio.
È una svolta? Forse. Ma di sicuro è un punto fermo in una città che, per troppi anni, ha voltato le spalle al suo mare. E che oggi, finalmente, sembra volerlo abbracciare di nuovo – con metodo, con visione e, soprattutto, con dignità.
