sabato, 15 Novembre 2025
Magazine di attualità e lifestyle.
"Più vita alle notizie"
sabato, 15 Novembre 2025
Manchette 200x100: Giovani del Sud
Magazine di attualità e lifestyle. "Più vita alle notizie"
Magazine di attualità e lifestyle.
"Più vita alle notizie"
Manchette di destra
HomeSportDorando Pietri, l’uomo che vinse perdendo

Dorando Pietri, l’uomo che vinse perdendo

Ci sono sconfitte che pesano come macigni, e altre che diventano leggenda.

Quella di Dorando Pietri, il piccolo maratoneta emiliano che nel 1908 commosse il mondo, appartiene alla seconda categoria. Il suo nome è rimasto scolpito nella memoria collettiva non per la vittoria, ma per come affrontò la sconfitta. Perché, a volte, il modo in cui si cade racconta molto più di come si vince.

Rivedendo le immagini di quel traguardo — lui, sorretto dai giudici, il volto stravolto dalla fatica — si percepisce qualcosa che va oltre lo sport. Pietri non stava solo correndo una maratona: stava incarnando la tenacia umana, quella che spinge a rialzarsi anche quando il corpo non risponde più. È per questo che la sua storia continua a emozionare chiunque abbia mai avuto un sogno troppo grande per le proprie forze.

Dorando Pietri nacque nel 1885 a Mandrio di Correggio, ma crebbe a Carpi, in una famiglia di contadini che si reinventarono fruttivendoli. Da ragazzo lavorava come garzone in una pasticceria. Nessuno avrebbe scommesso su di lui come atleta: minuto, appena un metro e cinquanta­nove, con l’aspetto più di un operaio che di un corridore.

Eppure, il destino aveva altri piani.
Nel settembre del 1904, durante una gara a Carpi, il celebre fondista Pericle Pagliani attirò la curiosità di Dorando, che si mise a corrergli dietro per gioco, ancora in abiti da lavoro. Lo seguì fino alla fine, sorprendendo tutti. Qualche giorno dopo si iscrisse alla sua prima gara ufficiale, i 3000 metri di Bologna, e arrivò secondo. Era l’inizio di qualcosa che avrebbe cambiato la storia dello sport italiano.

Negli anni successivi Pietri migliorò con una rapidità sorprendente. Vinse la 30 km di Parigi con sei minuti di vantaggio, stabilì record italiani nei 5000 metri (16’27″2) e nei 20 km, e dominò ogni competizione a cui prese parte. In un’epoca in cui l’atletica era ancora pionieristica — senza allenatori, fisiologi o strategie alimentari — Dorando rappresentava l’intuito e la volontà allo stato puro.

Nel 1908, dopo aver stabilito a Carpi il primato italiano sui 40 km, si guadagnò la convocazione per i Giochi Olimpici di Londra. Non sapeva, ovviamente, che lì avrebbe scritto una delle pagine più celebri nella storia dello sport mondiale.

Londra 24 luglio 1908, il giorno in cui nacque una leggenda è una data incisa nella storia delle olimpiadi. Per la prima volta la maratona veniva corsa sulla distanza di 42 chilometri e 195 metri, misura fissata per far terminare la gara davanti al palco reale del White City Stadium.

Quel giorno faceva caldo, oltre i 30 gradi. Cinquantasei atleti partirono dal Castello di Windsor, tra loro i due italiani Dorando Pietri e Umberto Blasi.
Pietri adottò la sua tattica abituale: partenza prudente, progressione costante. A metà gara era lontano dai primi, ma al trentaduesimo chilometro cominciò la rimonta. Al trentanovesimo superò il sudafricano Charles Hefferon e si ritrovò solo, davanti a tutti, a due chilometri dal sogno.

Poi, il dramma.
Disidratato, confuso, Dorando entra nello stadio da un ingresso sbagliato, barcolla, cade. Si rialza. Cade ancora. Quattro, cinque volte. Ogni passo è un miracolo. Settantacinquemila spettatori trattengono il fiato. I giudici, impietositi, lo aiutano a proseguire.
Ci vogliono dieci minuti, dieci eterni minuti, per percorrere gli ultimi cinquecento metri. Quando taglia il traguardo, sorretto dai giudici Jack Andrews e dal medico Michael Bulger, Dorando sviene!

Poco dopo arriva lo statunitense Johnny Hayes. Gli americani protestano: Pietri ha ricevuto aiuto, deve essere squalificato. E così avviene.

Dorando Pietri, con la coppa della regina AlessandraLa notizia fa il giro del mondo.
La regina Alessandra gli consegna una coppa d’argento in segno di riconoscimento. E Arthur Conan Doyle, incaricato di seguire la gara per il Daily Mail, scrive parole che lo renderanno immortale:

La grande impresa dell’italiano non potrà mai essere cancellata dagli archivi dello sport, qualunque possa essere la decisione dei giudici.

Quella maratona non incoronò un vincitore, ma creò un mito.
Pietri divenne “il campione che vinse perdendo”, simbolo di dignità e tenacia. La sua impresa ispirò canzoni, articoli, persino raccolte di denaro per aprirgli una panetteria al rientro in Italia. Paradossalmente, la squalifica gli regalò la fama che una medaglia non avrebbe mai garantito.

Dall’eroe all’uomo. Negli anni seguenti Dorando passò al professionismo. Nel 1908 batté Hayes nella rivincita al Madison Square Garden davanti a ventimila spettatori in delirio, molti dei quali italoamericani.
Vinse ancora, corse negli Stati Uniti e in Sud America, guadagnando somme considerevoli. Poi, come spesso accade, la parabola discese. Aprì un albergo a Carpi, poi un garage a Sanremo. La sua vita si spense nel 1942, a 56 anni, lontano dai riflettori ma non dal ricordo della gente.

Oggi il suo nome è inciso nella Walk of Fame dello sport italiano e vive nella cultura popolare: citato da Paolo Bonolis in Ciao Darwin, raccontato nella miniserie Rai Il sogno del maratoneta, celebrato da scrittori e musicisti.

Eppure, ciò che resta non è la cronaca, ma il simbolo.
Dorando Pietri ci insegna che il confine tra vittoria e sconfitta è più sottile di quanto sembri. Che il traguardo, a volte, è solo un pretesto per scoprire fin dove possiamo arrivare.
E che, nella vita come nella corsa, l’importante non è non cadere, ma avere la forza di rialzarsi.

Segui il canale LIFE & NEWS su WhatsApp!

Ti è piaciuto l'articolo? Condividilo!

Carlo Di Somma
Carlo Di Sommahttps://www.digipackline.it/
Nato a Napoli, sono un copywriter ed un professionista SEO curioso e creativo. Con la passione per l’innovazione digitale. Trasformo le sfide in opportunità grazie a strategie efficaci e soluzioni innovative. Sono alla costante ricerca di nuove conoscenze e mi considero un "eterno studente".

Life and News "più vita alle notizie" il nuovo magazine in sinergia con Giovani del Sud

La nostra piattaforma social Giovani del Sud si affianca al nuovo progetto editoriale Life and News Magazine, una testata on line che punta ad una visione fresca e completa del mondo contemporaneo.

Banner 300x250: Nesis Boat - Full Electric
Banner 300x250: EmozionArt
Banner 300x300: Euro Dental Lab 2000 - Raffaele e Amedeo Briola Odontotecnici

Ultimi Articoli

Banner 300x250: Scatolificio Martinelli Srl
Banner 300x250: Associazione Dream Team – Donne in Rete - Per la Ri-Vitalizzazione Urbana - APS

Da Leggere