La malattia e la sofferenza sono eventi che mettono a dura prova la fede soprattutto in periodi come l’estate dove tutto è un inno alla felicità, alla salute, alla gioia del vivere, al benessere del corpo, perché la fede cristiana può aiutarci e cosa dobbiamo attenderci?
Mentre i media tutti diffondono video, pubblicità, reel, e messaggi che ci parlano di vacanze, momenti spensierati di felicità, corpi che inneggiano alla salute e al benessere fisico e mentale, c’è un mondo di persone che soffre tra ospedali e case dove la malattia è presente o arrivata improvvisamente distruggendo speranze, sogni, progetti, e quant’altro! Perché la fede può aiutarci ad affrontare la malattia e la sofferenza del corpo e quanto dobbiamo attenderci da essa? Il miracolo o l’accettazione dello stato del nostro caro o di noi stessi?


Nella visione cristiana, il libero arbitrio è la capacità, concessa da Dio all’uomo, di scegliere liberamente tra il bene e il male, senza essere costretto da forze esterne o interne. Questa libertà di scelta è considerata un dono prezioso, ma anche una grande responsabilità, poiché le azioni compiute hanno conseguenze sia per la vita terrena che per quella eterna. Quanto il libero arbitrio può aver influito sulla nostra salute? Talvolta tanto con scelte che hanno modificato ed agito sul nostro corpo rendendolo più fragile ( fumo, alcool, cibo spazzatura, vita disordinata e quant’altro) ciò ci fa sentire colpevoli e consapevoli di errori fatti che hanno condizionato l’equilibrio della nostra salute bene prezioso che ci accompagna dalla nascita….quasi sempre…ma non sempre! C’è chi invece nasce con patologie congenite, chi pur avendo fatto una vita senza eccessi e morigerata si ritrova con patologie che apparterrebbero solo a determinati soggetti per abitudini e vizi, chi subisce per lavoro sostanze nocive spesso inconsapevolmente, chi è vittima di un incidente…la lista sarebbe lunga.

Nella visione cristiana, i miracoli sono eventi straordinari che vanno oltre le leggi naturali e sono attribuiti all’azione diretta di dio o di suoi intermediari. Sono visti come segni che rivelano la potenza, la misericordia e la presenza divina, e spesso sono legati alla fede e alla conversione. Spesso il cristiano cerca nella fede la soluzione del proprio o altrui stato di sofferenza e spera nel miracolo e più consapevolmente nell’accettazione della malattia e della fine, infatti la preghiera cristiana offre la possibilità sia di ricevere miracoli che di trovare la forza necessaria per affrontare le sfide della vita con coraggio e fiducia, rafforzando la propria fede e il rapporto con Dio. La preghiera è anche uno strumento per ottenere forza interiore e coraggio, per superare le difficoltà della vita, attraverso la preghiera, l’individuo può trovare conforto, guida e ispirazione per affrontare le avversità con maggiore resilienza e speranza. La fede, alimentata dalla preghiera, può dare un senso di pace e accettazione anche nelle situazioni più difficili, aiutando a trovare un significato e uno scopo anche nel dolore.
Ma se il miracolo resta quasi sempre disatteso e la guarigione può essere un’aspirazione legittima, è importante prepararsi ad affrontare anche altre realtà, trovando conforto, forza e significato nella fede, nell’amore dei propri cari e nell’accettazione della situazione.
Per il vero cristiano il ciclo della vita è intrinsecamente legato alla speranza della risurrezione e della vita eterna, grazie alla morte e resurrezione di Gesù Cristo.
Il passaggio dalla vita terrena a quella ultraterrena è visto come un passaggio da una condizione imperfetta e limitata a una perfezione e pienezza in Dio. I cristiani credono che la vita sulla terra sia un cammino verso questo compimento, e che la fede in cristo e il seguire i suoi insegnamenti siano fondamentali per ottenere la vita eterna.
La risposta del cristianesimo alla sofferenza viene da Gesù stesso, crocifisso e abbandonato. Il figlio di Dio appeso ad una croce prova dolore, il suo soffrire è un gesto incomparabile dell’amore di un dio che si fa uomo e, da uomo, non fugge all’esperienza del dolore. Il caso e la fortuna sono elementi importanti da considerare quando si analizzano le patologie e il corso della vita. Se da un lato la genetica e lo stile di vita giocano un ruolo determinante, il caso può presentare fattori di rischio o opportunità inaspettati. La fortuna, intesa come eventi casuali positivi, può migliorare la vita, mentre il caso sfortunato può causare difficoltà. il rapporto tra caso, fortuna e libera scelta è un tema complesso che continua ad essere oggetto di dibattito filosofico e scientifico.
La preghiera come consolazione e la condivisione della sofferenza:
seppur avvolta nel mistero, la malattia può essere uno strumento per sperimentare la pietà umana, per sentirsi parte di un universo fragile che non dimentica come la carezza di dio, così come quella dei fratelli, può offrire molto più di una consolazione. La pietà umana e la vicinanza alla sofferenza del prossimo sono due elementi essenziali. Papa Francesco ricorda infine come la malattia ci insegni a vivere “la solidarietà umana e cristiana, secondo lo stile di dio che è vicinanza, compassione
“chinarsi sul dolore degli altri, come fa il buon samaritano, non è una scelta opzionale – conclude –, ma la condizione irrinunciabile sia per la sua piena realizzazione come persona sia per la costruzione di una società inclusiva e veramente orientata al bene comune”.
Dunque prima delle legittime vacanze, frutto di fatica e impegno per ognuno di noi, concluderei invitando tutti a non dimenticare chi soffre porgendogli un aiuto con la parola, la presenza li dove si può e la preghiera consolazione di tutti coloro che vivono la malattia e la fine vita.









