I femminicidi e la violenza si possono combattere a colpi di carta e penna? Se le armi si chiamano ‘scrittura libera’, ‘autobiografia fotografica’, ‘gioco scaldastorie’, ‘bagaglio’, si direbbe proprio di sì, a giudicare da quello che è successo qualche giorno fa a Monte Echia, dove oltre 100 tra ragazzi e ragazze di due licei di Napoli (il Mercalli e il Galilei) hanno dato vita ad un inedito flashmob. Hanno letto i propri sentimenti in piazza, senza filtri, in un gesto semplice ma in realtà rivoluzionario.
Prima di tutto ci hanno mostrato che la superficialità e l’indolenza con cui si descrive questa generazione non sono reali: è a scuola che hanno accettato di mettersi in gioco cercando sé stessi e lo hanno raccontato alla città. Attraverso le attività di educazione ai sentimenti hanno imparato a conoscere meglio prima di tutto se stessi, a coltivare relazioni migliori, autentiche e caratterizzate da empatia, ascolto, accoglienza, rispetto.
Ma soprattutto sono riusciti a riconoscere dentro di sé, spesso tra lacrime liberatorie, ciò che non si aspettavano di trovare, emozioni diverse, anche quelle che ci piacciono di meno, a cui dare un nome trasformandole in sentimenti. Sono partiti da una lettura, o da una foto che ha a sua volta stimolato un racconto, per conoscere meglio se stessi ed i propri compagni, per riconoscersi in una loro versione di sé completamente diversa dalla narrazione artefatta dei social.
Accompagnata da una musica di sottofondo, è scaturita una scrittura intima, spontanea, senza paura di giudizio. Proprio perché ‘educazione’ significa tirar fuori (‘e-ducere’), è stata un’attività non di insegnamento ma di formazione.
E se durante l’anno è stato in aula che hanno imparato a togliere quel coperchio interiore che li bloccava, ad abbandonare la finta sicurezza o il senso di perenne inadeguatezza, a guardare in faccia tutto il bello nascosto ma anche ciò che li opprimeva, è stato poi in piazza -il 3 giugno 2025- che hanno trovato il coraggio per raccontarselo a vicenda, scoprendosi simili, in un momento di emozione corale che ha consentito di superare barriere ed inibizioni. La strada per il contrasto alla violenza, soprattutto di genere ma non solo, è passata dalla scuola alla piazza ed ha reso tutti più consapevoli: infatti è stata un’occasione illuminante anche per i tanti adulti, genitori, insegnanti e passanti che hanno trascorso un’ora di ascolto e condivisione insieme ai ragazzi e alle ragazze, che hanno scoperto diversi dallo stereotipo della narrazione corrente. Forse perché per la prima volta li abbiamo davvero ascoltati, dopo che loro stessi lo hanno fatto con sé stessi.
Prende il nome di ‘orientamento formativo’ ed è stato messo in atto da docenti che, esse stesse per prime, si sono messe in gioco in attività di ‘educazione ai sentimenti’ sperimentate con l’Associazione La Principessa Azzurra APS dopo una serie di incontri di formazione presso la Fondazione Premio Napoli, sede in cui successivamente i ragazzi e le ragazze hanno potuto dialogare proprio con gli autori di quei libri che erano stato lo “stimolo” iniziale delle attività in classe (V. Alfano, F.G. Marone, D. Mencarelli, M.R. Selo). L’iniziativa è stata promossa dalla Municipalità 1 e dagli Assessorati alle Pari Opportunità e all’Istruzione del Comune di Napoli. I testi sono stati stampati in una prima raccolta (“Parole per dirlo, percorsi di educazione ai sentimenti”) che è andata subito esaurita.
Per info sulla ristampa e sulle attività di educazione ai sentimenti dell’Associazione La Principessa Azzurra APS, si possono seguire i canali social Facebook e Instagram e/o scrivere a laprincipessazzurra@gmail.com 
