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19 Maggio 2025
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Il latino che (forse) parli ogni giorno senza accorgertene

C’è un vecchio adagio che recita: “Il latino è una lingua morta… ma solo perché nessuno la riconosce quando la parla”. E in effetti, se ci pensi, ti basterebbe ascoltare una conversazione qualsiasi, scorrere una mail, compilare un modulo o leggere un titolo di giornale, per accorgerti che molte parole e frasi latine fanno parte della nostra quotidianità linguistica. Altro che lingua morta: il latino è tutt’altro che sepolto. È semplicemente mimetizzato.

Ti propongo allora un piccolo viaggio linguistico, punteggiato da storie, curiosità e qualche considerazione personale, tra alcune espressioni latine che – consapevolmente o meno – usiamo ancora oggi, come se niente fosse. E forse è proprio questa naturalezza a renderle così potenti.

Post Scriptum: la nota che arriva dopo ma resta impressa.
Hai mai aggiunto un “P.S.” in fondo a un messaggio? Magari per un pensiero dimenticato, o – come capita più spesso – per enfatizzare un dettaglio. Letteralmente, post scriptum significa “scritto dopo”. Nell’antichità, quando si scriveva su pergamene o tavolette cerate, modificare un testo era praticamente impossibile. Da qui l’abitudine di integrare pensieri “a margine”. Un’idea che oggi ha assunto un tono quasi confidenziale. E spesso, ammettiamolo, è lì che si nasconde il vero cuore del messaggio.

Tabula rasa: azzerare per ricominciare.
L’espressione nasce dall’usanza romana di scrivere su tavolette ricoperte di cera, da raschiare via per riutilizzarle. Fare tabula rasa significa cancellare tutto e ripartire da capo. Un concetto che, nella nostra epoca sovraccarica di dati, notifiche, rumori e pressioni, suona quasi come un invito alla leggerezza. Riaprire uno spazio bianco, mentale e progettuale, per ricominciare con più consapevolezza.

Carpe Diem: vivi ora, non domani.
Il celebre carpe diem, tratto da un’ode di Orazio, ci ricorda che il tempo è fugace e il futuro incerto. È un invito a vivere pienamente l’istante presente. E no, non è solo un tatuaggio o una citazione cinematografica. È una filosofia di vita che, in tempi instabili come i nostri, torna prepotentemente attuale. Perché il domani, spesso, è solo un’altra forma di rimando.

Curriculum Vitae: il corso della tua vita su due pagine.
Oggi è il nostro biglietto da visita nel mondo del lavoro. Ma curriculum vitae significa letteralmente “corso della vita”. È il racconto strutturato di chi siamo stati e, in parte, di ciò che aspiriamo a diventare. Nel Medioevo, era il registro delle esperienze e dei meriti dei pochi che sapevano scrivere. Oggi è diventato una sintesi strategica, dove ogni parola pesa. E dove il latino – ironicamente – serve a darsi un tono.

Deficit: mancanza, ma detto con autorevolezza.
In economia, deficit indica una mancanza di bilancio, di fondi, di equilibrio. Ma il termine nasce nei registri contabili in latino, dove “deficit” era annotato accanto alle cifre rosse: letteralmente “manca”. Una parola asciutta, precisa, eppure capace di evocare interi scenari economici. Da quel mondo antico dei ragionieri romani alla BCE, il passo non è poi così lungo.

Et cetera – eccetera: un piccolo trucco per dire molto di più.
Et cetera, “e le altre cose”. Una scorciatoia linguistica diffusissima, usata per tagliare corto quando la lista è lunga o ovvia. Anche Cicerone la usava nei suoi discorsi, a dimostrazione che l’economia del linguaggio non è un’invenzione moderna. Ecco un esempio di latino sintetico, funzionale, al servizio dell’efficacia comunicativa.

Gratis: dare per onore, non per strategia.
Dire che qualcosa è “gratis” oggi significa dire che non si paga. Ma l’origine latina della parola gratis, “per favore” o “per grazia” – ci racconta di un mondo dove offrire un dono era un atto di riconoscenza o rispetto. Nella Roma imperiale, era il gesto teso a rafforzare i legami sociali. Altro che strategie promozionali.

Habitat: dove si vive, si cresce, si cambia.
Habitat deriva dal verbo habitare, “abitare”. È l’ambiente di vita di una specie, ma oggi viene usato per descrivere anche contesti artificiali o digitali: habitat urbano, habitat professionale. Parola scientifica, ma versatile e personale. Perché ciascuno di noi si muove in un ecosistema che è fatto di relazioni, strumenti e abitudini.

Honoris Causa: riconoscere il merito oltre la forma.
La laurea honoris causa è un riconoscimento accademico a chi si è distinto in un campo, anche senza percorso formale. Significa “per motivo d’onore”. Un’espressione che premia il valore concreto, la competenza, l’impatto reale. Il sapere che diventa esperienza. Non è solo un titolo: è una medaglia culturale.

Vademecum: una guida che viene con te.
Letteralmente “vieni con me”. I primi vademecum erano libretti religiosi da viaggio, oggi sono diventati prontuari tecnici, guide operative, checklist da tenere sempre a portata di mano. È il sapere che si fa portatile. E per chi lavora nel digitale, non averne uno – che sia fisico o mentale – è come andare in battaglia senza una mappa.

Media: il plurale che racconta più di un mezzo.
Media, plurale latino di medium, indica i mezzi di comunicazione. Oggi è spesso usato al singolare, ma resta una parola densa di significato. Racconta un mondo fatto di voci multiple, di strumenti che informano, persuadono, educano. Non è solo un termine tecnico, è il riflesso di una società in cui la comunicazione è ovunque, e dove ogni “mezzo” diventa anche un messaggio.

Il latino non è morto, è solo in incognito ed in verità, non smettiamo mai di parlare latino. Solo che lo facciamo in abiti moderni. Il latino vive nei nostri discorsi, nei documenti ufficiali, nei meme, nelle sentenze legali e persino nelle interfacce dei software. Non è nostalgia, è coerenza storica, è stratificazione culturale, è – paradossalmente – contemporaneità.

Il latino non si è spento. Ha solo imparato a sussurrare e, in quel sussurro, ci siamo anche noi.

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