L’osservazione clinica del caso delle gemelle monocoriali Brielle e Kyrie Jackson, nate con un’età gestazionale di 28 settimane al Massachusetts Memorial Hospital (attualmente parte dell’UMass Memorial Medical Center), ha fornito un impulso significativo alla ricerca e all’implementazione delle pratiche di “co-bedding” (condivisione del letto/incubatrice) nelle unità di terapia intensiva neonatale (TIN).
Questo evento ha messo in luce i potenziali benefici fisiologici e comportamentali derivanti dalla vicinanza fisica tra gemelli prematuri.
Brielle, la gemella di peso inferiore e con complicanze respiratorie e cardiocircolatorie più severe, presentava un deterioramento clinico progressivo, caratterizzato da episodi di desaturazione dell’ossigeno, bradicardia e instabilità termica.
Nonostante gli interventi standard, le sue condizioni rimanevano critiche. La sorella, Kyrie, era clinicamente più stabile. In un contesto di preoccupazione crescente per la prognosi di Brielle, il personale infermieristico, ispirato da studi preliminari sull’importanza del contatto pelle a pelle e del “care canguro”, propose di posizionare le due neonate nella stessa incubatrice, contravvenendo alle linee guida dell’epoca che prevedevano la separazione per minimizzare i rischi infettivi e facilitare il monitoraggio individuale.
L’introduzione del “co-bedding” portò a un rapido e documentato miglioramento dei parametri fisiologici di Brielle. Si osservò una stabilizzazione della frequenza cardiaca e respiratoria, un aumento della saturazione dell’ossigeno e una migliore termoregolazione.
Inoltre, furono notati benefici comportamentali, tra cui una riduzione del pianto e un’ottimizzazione dei cicli sonno-veglia. L’osservazione iconica di Kyrie che, istintivamente, avvolgeva un braccio attorno a Brielle, pur avendo un alto valore emotivo, fu correlata a una conseguente e persistente stabilizzazione dei parametri vitali della gemella più fragile.
Questo caso clinico, ampiamente divulgato, ha stimolato una revisione critica delle pratiche nelle TIN. Ricerche successive hanno corroborato l’ipotesi che il “co-bedding” tra gemelli prematuri possa offrire molteplici vantaggi:
Termoregolazione: La vicinanza fisica consente uno scambio di calore che contribuisce a mantenere una temperatura corporea più stabile per entrambi i neonati.
Fisiologia Cardiorespiratoria: Il contatto e la sincronia tra i gemelli possono influenzare positivamente la regolarità del battito cardiaco e della respirazione, riducendo gli episodi di apnea e bradicardia.
Riduzione dello Stress: La presenza del co-gemello può fungere da stimolo confortante, riducendo i livelli di cortisolo e promuovendo uno stato di maggiore rilassamento.
Sviluppo Neurologico: Alcuni studi suggeriscono che il “co-bedding” possa favorire un migliore sviluppo neurologico attraverso stimoli sensoriali positivi e una maggiore organizzazione comportamentale.
Accrescimento Ponderale: Sebbene i meccanismi esatti siano ancora oggetto di studio, alcuni dati indicano un potenziale miglioramento nell’aumento di peso.
Il caso delle gemelle Jackson ha contribuito in modo significativo al cambiamento dei paradigmi di cura neonatale, promuovendo un approccio più centrato sulla famiglia e sul potenziale terapeutico del contatto fisico e del legame tra gemelli. Il “co-bedding” è una pratica sempre più accettata e implementata nelle TIN di tutto il mondo, supportata da evidenze scientifiche che ne attestano i benefici.